IMU: COS’E’, TEMPI E MODALITA’ DI PAGAMENTO

15 Febbraio 2025

Tre semplici lettere, che tutti i proprietari di un’abitazione o di un immobile hanno sentito almeno una volta: IMU.
Cerchiamo di fare chiarezza, perché non si tratta di materia solo per commercialisti o fiscalisti, ma di un tributo che riguarda da vicino moltissimi italiani.
L’IMU – sigla di Imposta Municipale Unica, a volte indicata anche come Imposta Municipale Propria – è una tassa che va pagata allo Stato ogni volta che si possiede un fabbricato. Ma sono previste anche importanti eccezioni.

Cos’è l’IMU?

L’IMU è la tassa prevista a livello comunale per tutti coloro che possiedono un immobile, ha sostituito la vecchia Ici, l’Irpef e le altre addizionali regionali e comunali, ed è stata istituita nel 2012 dal governo Monti attraverso la manovra Salva-Italia.
A livello territoriale, l’imposta si applica in tutti i Comuni italiani. Come spesso accade, resta valida l’autonomia prevista dai rispettivi statuti della regione Friuli-Venezia Giulia e delle province autonome di Trento e di Bolzano; per queste ultime, infatti, continuano ad applicarsi, rispettivamente, l’Imposta immobiliare semplice (IMIS) e l’imposta municipale immobiliare.
E sempre per parlare di eccezioni, o meglio di esenzioni, è importante ricordare la principale: per il pagamento dell’IMU sono escluse le abitazioni principali (a meno che non appartengano alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9), aree fabbricabili e terreni agricoli.

IMU: chi deve pagarla

Il pagamento dell’IMU spetta a tutti proprietari di un immobile situato sul territorio nazionale, a meno che non si tratti della cosiddetta prima casa e che questa non rientri nelle categorie catastali “di lusso”.
Ma è, comunque, possibile individuare alcune categorie di contribuenti che rientrano in casi particolari, perché magari possono accedere a determinate agevolazioni sul piano fiscale, come per quel che riguarda i pensionati residenti all’estero.
Similmente, anche nel caso di piccoli borghi o di località interessate da operazioni di rilancio, i contribuenti – specialmente se titolari di attività commerciali o artigianali – possono godere di alcune forme di esenzione o di alleggerimento dell’imposta.

Quando e come si deve versare l’IMU

Premettendo che si potrebbero sempre verificare delle modifiche a livello legislativo, il pagamento dell’IMU a oggi è suddiviso in due rate per ciascun anno.

La prima rata, di solito indicata anche come “acconto”, va versata entro il 16 giugno.

La seconda, invece, è il cosiddetto “saldo” e la scadenza è fissata per il 16 dicembre.

Che cosa succede se queste due date cadono in un giorno festivo o prefestivo? In questa evenienza, allora, il pagamento slitta al primo giorno lavorativo utile del calendario.
Infine, un contribuente può anche scegliere di pagare la tassa in una volta sola. In questo caso, si avrà pertanto un’unica rata, con scadenza fissata sempre al 16 giugno.
Su come pagare l’imposta, le indicazioni ufficiali sono chiare: l’IMU va saldata attraverso il modello F24. E tra le alternative è possibile considerare di pagare online o attraverso gli intermediari fiscali abilitati, come il proprio commercialista o i consulenti fiscali.

Cosa succede se non si paga entro i termini?

Non pagare l’IMU o pagarlo in ritardo potrebbe dare luogo a sanzioni o interessi di mora, quindi è consigliabile farlo entro le scadenze previste e mantenere una documentazione accurata dei pagamenti effettuati.
Il contribuente che non ha pagato l’IMU entro il termine previsto può rimediare attraverso il ravvedimento operoso, un meccanismo che consente di regolarizzare la posizione con sanzioni ridotte in base alla tempestività del pagamento, che variano dal 0,1% al 5% dell’importo dovuto.
Se il pagamento non viene effettuato, il Comune iscrive a ruolo il contribuente, certificando il proprio credito e rendendolo esecutivo. Al contribuente viene quindi notificato una cartella esattoriale, che gli permette di:

  1. Pagare entro 60 giorni: Se il contribuente decide di pagare l’importo dovuto entro 60 giorni dalla ricezione della cartella, il procedimento si chiude definitivamente. Questo significa che non ci saranno ulteriori sanzioni o azioni esecutive da parte del Comune.
  2. Presentare un ricorso: Se il contribuente ritiene che la richiesta di pagamento sia illegittima (ad esempio, per un errore di calcolo o per l’esenzione che non è stata considerata), può presentare un ricorso. Il ricorso deve essere presentato entro 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale al competente organo di giustizia tributaria.

Scaduti i 60 giorni, la cartella diventa definitiva e il contribuente rischia il pignoramento dei beni. 

L’IMU si prescrive dopo cinque anni, ma questo termine viene interrotto ogni volta che il Comune invia un avviso di accertamento, facendo ripartire il conteggio da capo. Se, invece, il Comune non chiede il pagamento o non invia la notifica della cartella esattoriale, il debito cessa di esistere in automatico.

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